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Nello scorcio dell'XI secolo si attenuò l'intensa conflittualità che per alcuni decenni aveva sconvolto Milano. La progressiva scomparsa della patarìa creò le premesse per l'emergere, nel ceto dirigente cittadino, di posizioni favorevoli all'avvio di contatti con il papato riformatore, fino alla riammissione della Chiesa ambrosiana nella comunione con Roma al tempo di papa Urbano II. Alfredo Lucioni, professore di Storia medievale e Storia della Lombardia all'Università Cattolica di Milano, ricostruisce il clima nel quale era immersa la società milanese, illustra le tensioni che accompagnarono la comparsa di nuove forze in campo politico ed ecclesiale, riconosce le prime tracce dell'attività dell'organismo comunale in formazione.
Tutte le novità di quegli anni si ritrovano nell'episcopato di Anselmo IV da Bovisio (1097-1101), che la storiografia ha descritto come debole figura imposta da Roma, ma che si rivela invece uomo energico e abile nell'intessere un dialogo con le varie componenti della città, così da riconquistare quel ruolo di vertice nel governo della società urbana milanese già ricoperto da molti suoi predecessori.
Al culmine del breve episcopato, che lo vide impegnato a ricondurre all'obbedienza a Urbano II le diocesi dell'Italia settentrionale, Anselmo IV radunò un numeroso esercito e partì nel 1100 per l'Oriente, dove morì nel corso della sfortunata 'crociata dei Lombardi', resa celebre dalle opere di Tommaso Grossi e di Giuseppe Verdi.