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Vienna, due uomini si incontrano in un caffè: Suvorin, anziano pianista russo in esilio che ha rinunciato alla carriera perché infastidito dal suono degli applausi, racconta la sua vita a un anonimo scrittore austriaco. Un monologo sulla nostalgia in cui si mescolano un passato fatto di bellezza, sogni e amore - ma anche del progressivo imbarbarimento della patria abbandonata - e un presente in cui non restano che fantasmi e note perdute.
Wolf Wondratschek cerca di rispondere, con uno stile in bilico tra musica e letteratura, alla domanda atavica su cosa sia la perfezione e quale il prezzo da pagare per raggiungerla.