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Cesare Battisti, trentino che visse sotto l'Austria, divenne martire e simbolo dell'irredentismo. Aveva iniziato a venticinque anni, nel 1900, la sua battaglia per l'autonomia del Trentino dal Tirolo austriaco, battaglia cui aveva poi aderito il giovanissimo istriano Filzi. Erano mossi da un'idea di patria che era la stessa di Garibaldi e di Mazzini: qualcosa di eroico, disinteressato, epico e perfino romantico, per cui sacrificare qualsiasi cosa.
Allo scoppio della guerra si arruolarono volontari, combatterono nella controffensiva alla Strafexpedition e furono fatti prigionieri. In quanto cittadini austriaci disertori, furono mandati al patibolo in una Trento ancora per poco austriaca. Combatterono, insieme a tanti altri irredentisti, la loro "quarta guerra d'Indipendenza".