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Il 14 novembre 1887 il dramma di August Strindberg Il Padre debutta a Copenaghen. L'autore assiste alla rappresentazione, poi rientra a casa e la notte stessa scrive una lettera all'amico Axel Lundegård. Nella lettera afferma di volersi togliere la vita, e aggiunge: « Mi pare di vagare come un sonnambulo; come se vita e arte si fossero confuse. Non so se Il Padre sia invenzione letteraria o se la mia vita lo sia; ma ho l'impressione che a un dato momento imminente tutto ciò mi diventerà chiaro, e allora sprofonderò nella follia e nei rimorsi o nel suicidio.
Per via di tanta letteratura, la mia vita è diventata una vita d'ombra; non mi sembra più di camminare sulla terra, ma di fluttuare senza peso in un'atmosfera non di aria bensì di tenebra. Se la luce dovesse irrompere in questa tenebra, crollerei al suolo spezzato. È singolare che in un sogno ricorrente io abbia la sensazione di volare senza peso e che questo mi appaia del tutto naturale, così come ogni concetto di giusto o sbagliato, di vero o di falso ha perso per me ogni consistenza, e tutto quel che accade, per quanto insolito, mi sembra rientrare nell'ordine delle cose.
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