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Vita e arte, vita e teatro, per Eduardo, non hanno mai conosciuto linee nette di separazione, legate in un intreccio che affonda le sue radici in quella speciale capacità di osservazione delle persone presenti intorno a lui, nella sua famiglia, nel suo quartiere, nella sua città, che sin dall'infanzia ha consentito al futuro Maestro di considerare la vita vissuta, nel suo pregnante realismo, il solo e autentico teatro degno di essere rappresentato; ieri come oggi, l'eterno conflitto tra individuo e individuo e quello tra individuo e società, sullo sfondo del magnifico e drammatico palcoscenico del mondo.
La gioia, la miseria, l'abisso del cuore umano e la sua capacità di riscatto, la fatica del vivere, il disfacimento della famiglia e della società e la volontà dei piccoli, grandi personaggi di resistere e reagire. Con lui, nonostante gli inevitabili affanni dell'esistenza, abbiamo imparato ad aspettare, con pazienza, che la notte lentamente scivoli via. Questo, e molto altro, è stata la commedia umana cantata da Eduardo De Filippo.
Più semplicemente, Eduardo.(Dall'introduzione di Dario E. Viganò)