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Alla fine del diciannovesimo secolo la Nuova Francia dell'alto Atlantico era ridotta alle isole di Saint-Pierre e Miquelon, due scogli aridi e ventosi situati a poche miglia dalle coste meridionali di Terranova. In quegli anni, più che per la risorsa della pesca al merluzzo esercitata dai bretoni, la Francia considerava strategico quel suo ultimo avamposto coloniale difendibile dai nemici grazie alla nebbia, alle coste rocciose, alle correnti imprevedibili e ai fondali sabbiosi che mutavano a ogni stagione.
È dunque ovvio che per i francesi le carte nautiche, soprattutto quelle relative alla profondità delle acque circostanti le isole, costituissero un segreto militare da difendere a ogni costo. Un segreto che, a qualsiasi prezzo, gli inglesi, nemici di sempre, intendevano violare, magari servendosi di un dramma familiare e sentimentale che, come spesso succede, incrociava, per un banale ma umanissimo desiderio di vendetta, la vicenda storica e politica di una colonia francese d'oltremare.
Il dramma era quello di Emma Irevissick. Una fanciulla abbandonata in tenera età da una madre spietata e fatale che prima frantuma la carriera e i sentimenti del padre, amatissimo da Emma, e poi seduce con invidiabile facilità l'avventuroso skipper del Gipsy, un uomo che per ceto, educazione e ambizioni, non è conquistabile dalla rocciosa figlia di un pastore. Si sa infatti che Robert Hagermann, dopo Saint-Pierre e Miquelon, dedicherà la sua vita a cercare gli esploratori scomparsi nell'Artico alla vana ricerca del passaggio a nord-ovest.