En cours de chargement...
Il poncho è poco piu` di una coperta da cavallo; il dialetto, quello ligure; l'elenco dei lavori fallimentare: bovaro, sensale, insegnante privato, fabbricante di candele. Che il lettore si metta comodo: la storia di quest'uomo e` stata raccontata molte volte, ma Bianciardi lo fa a modo suo. Con il tono clandestino delle confidenze, la pazienza dello storico, la vivacita` dello scrittore. Il suo Garibaldi non e` soltanto una biografia, e` il romanzo di un ribelle deposto dal piedistallo e restituito alla vita, ai suoi intrecci pieni di slanci, di sofferenze, di errori, di delusioni.
La stagione da corsaro, l'epopea del Rio Grande, la laguna delle anatre, l'assedio di Montevideo e di Roma, il gaucho Aguyar, la morte di Anita, il pittoresco esercito dei Mille... Ma e` anche l'omaggio di un anarchico ormai vinto dall'alcol e dalla « vita agra » all'eroe della sua infanzia. Perche? questo e` l'ultimo libro che Bianciardi scrisse, l'ultima camicia rossa che indosso`, come un'allegria postuma, l'ultima affabulazione contro un'Italia da sempre vigliacca, ipocrita, irriconoscente e perbenista.
Del resto, nell'elenco ufficiale dei Mille, Garibaldi non risulto` neppure fra gli italiani. E cosi` Bianciardi ce lo descrive, come uno straniero in patria, un istintivo, un generoso, un idealista. « In tutti i posti di mare c'e` almeno un ragazzo fatto cosi`, quello che non si tira indietro, quello che offre da bere, quello che sa le canzoni, quello che si arrampica per primo in cima a un albero, o sulle sartie delle navi.
Al porto lo conoscono, tutti lo chiamano per nome ».