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La storia di una generazione obbligata ad abbandonare un paese dell'entroterra siciliano. Ragazzi partiti tra gli anni Settanta e Novanta, diversi da quelli che con la valigia di cartone erano emigrati un quarto di secolo prima. Ragazzi "saliti" al Nord per fare gli operai metalmeccanici ma anche gli insegnanti, gli impiegati pubblici, i liberi professionisti. Diplomati o laureati, tuttavia come i loro padri e zii subiscono una condizione permanente di spaesamento.
Anche per questi immigrati borghesi, l'integrazione al Nord è possibile solo a costo di rinunciare a pezzi della propria identità culturale. Un destino quasi inevitabile. Così le vite di Ghezio, Fernando, Mavalà, Gnazio, Liborio ? che abitavano tutti nella stessa palazzina popolare del loro piccolo paese ? si ritrovano a Torino, Milano e Genova, incrociandosi tra loro a cavallo dei grandi mutamenti della società italiana.
Dal referendum sul divorzio alla sanguinosa stagione del terrorismo, dalla marcia silenziosa dei quarantamila quadri della Fiat fino alla vigilia di Tangentopoli. Un libro che racconta tante vicende ma una unica storia: le radici strappate, generazione dopo generazione.