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« Dante che dovea essere il principio di tutta una letteratura, ne fula fine ». La frase di De Sanctis riassume la contraddizione della tradizione letteraria italiana, caratterizzata da una vocazione alla supplenza politica e da una vera e propria ossessione istituzionale. Nonè un caso che la Storia della letteratura italiana del De Sanctis possa essere considerata il libro-manifesto dell'Italia come "comunità immaginata".
In questo volume, la letteratura e la cultura italiana, in una lunga durata che va dal Medioevo dei Comuni al dibattito sul New Italian Epic, sono il luogo in cui si sviluppa "l'estroflessione" caratteristica dell'Italian Thought, cioè di quella tendenza del pensiero italiano a esprimersi secondo modalità e tipologie non filosofiche proprio in ragione del particolare rapporto che esso intrattiene con le istituzioni e con la politica.
I contributi qui riuniti dimostrano come questo produca un sistema simbolico-linguistico continuamente in tensione, che non costruisce un discorso identitario, ma anzi lo disfa e lo deterritorializza in continuazione, costruendo nuovi spazi di ospitalità culturale e politica.