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« L'epoca delle nazioni murate »: così Mussolini definì il periodo prebellico, in cui gli Stati europei si affannavano a fortificare i propri confini, tentando di renderli invalicabili agli eserciti nemici. L'Italia non fece eccezione, e già a partire dagli anni Trenta si occupò di tutelare le proprie frontiere, interamente montuose. Gettare « montagne di cemento su montagne di pietra » fu la soluzione di Mussolini, che diede l'impulso alle opere del Vallo Alpino lungo l'interoarco di confine.
Non solo, però: c'erano anche le coste da proteggere, le isole da difendere, i deserti libici da sorvegliare.A guerra iniziata, poi, intervennero i tedeschi, che nella progressiva ritirata dalla Sicilia alle Alpi eressero più di 50 linee fortificate, con le qualirallentarono molto l'avanzata degli Alleati, costringendoli a fermarsi un intero inverno sulla celebre Linea Gotica, ai piedi degli Appennini.
Scavando tra i documenti degli archivi militari, i giornali dell'epoca e i diari di personaggi noti e meno noti, Marco Boglione delinea un'inedita storia della difesa dei confini, mostrando come le scelte politiche si siano ripercosse su quelle strategiche, illustrando punti deboli e forti dei sistemi approntati, raccontando battaglie ed episodidel conflitto. La narrazione si snoda dai grandiosi (e spesso irrealizzati) progetti fascisti per « murare » la penisola fino agli ultimi baluardi opposti ai partigiani e alle truppe angloamericane, sfruttandotestimonianze e memorie private per arricchire la ricostruzione storica e, non in ultimo, accompagnandoci a esplorare i molti, inaspettati resti di bunker e fortificazioni disseminati per l'Italia.