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Su richiesta della psichiatra, il protagonista - un giovane venditore di telefoni cellulari - racconta gli eventi che nel giro di cinque giorni hanno sconvolto la sua vita. Informato della morte del padre, con il quale aveva ormai pochissimi rapporti, l'uomo torna nel paese natio per organizzarne il funerale. Il secondo giorno compie una scoperta terrificante: nella cantina della casa paterna c'è una gabbia in cui è rinchiusa una giovane donna.
Che fare? L'indecisione, attraverso una serie di passi falsi e insidiosi, lo trascinerà in una situazione da incubo, sino al colpo di scena finale. Una forza narrativa inesorabile caratterizza La gabbia, una storia che inchioda il lettore fino all'ultima riga, trascinandolo tra l'empatia, il rifiuto e il terrore in un viaggio attraverso il senso di colpa che pervade l'intera atmosfera del romanzo.
Come nello Straniero di Albert Camus e nell'Avversario di Emmanuel Carrère, la prosa implacabile e a tratti ironica di Alexandre Postel svela le inquietudini del mondo contemporaneo.