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Ambientato nel turbolento Caucaso meridionale tra il XVIII e il XIX secolo, La testa descrive le ultime convulsioni dei piccoli regni della cristiana Georgia e i piccoli khanati del musulmano Azerbaigian, contesi tra lo zar, il sultano e lo shah, prima di essere assoggettati dall'Impero Russo, qui incarnato nella figura del governatore Tsitsianov. Al protagonista azerbaigiano, Husseinkuli Khan, spetterà il compito di decidere le sorti di Baku, assediata da terra e da mare.
Questo non è solo un romanzo storico che riflette lo spirito dell'epoca, ma anche un testo "filosofico", introspettivo, in cui l'animo umano è oppresso dalla guerra e dai compromessi.