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Questo non è un saggio di teoria della traduzione. Non è un manuale per sapere come si traduce (anche volendo, sarebbe impossibile). Non è un libro di linguistica. Ma allora cos'è? Più o meno quello che dice il titolo: una serie di appunti presi conversando con scrittori, traduttori e soprattutto lettori (oltre che, naturalmente, traducendo romanzi) su cosa significa scrivere una storia già scritta.
Una pagina nera. Dove sta, qual è l'io di chi scrive? Chi ne è l'autore (sempre che ce ne sia uno)? Quali sono i personaggi? E dove stanno, come si muovono sullapagina? Con quale lingua lavora il traduttore? Che vuol dire "ricreare un ritmo, uno stile"? Insomma, questo libro è una sorta di cassetta degli attrezzi per chi traduce, ma soprattutto una serie di chiavi di lettura per chi i romanzi tradotti li legge.
E per chi magari vuole capire meglio cosa succede ai libri scritti in altre lingue, prima che arrivino a lui. Daniele Petruccioli è nato e vive a Roma. Lavora come traduttore, scout ed editor freelance. Tiene regolarmente laboratori di traduzione e insegna traduzione dal portoghese alle università di Roma Tor Vergata e Unint. Fra i suoi autori: Dulce Maria Cardoso, Jean-Pierre Luminet, Will Self, Luandino Vieira.
Nel 2010 ha vinto il premio « Luciano Bianciardi » per la traduzione del romanzo Lettere di Mark Dunn (Voland 2008). Nel 2014 ha pubblicato per le edizioni Quodlibet il saggio Falsi d'autore. Guida pratica per orientarsi nel mondo dei libri tradotti