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E questa è la storia del desiderio di liberazione globale che si realizza in maniera incompiuta: "liberiamo tu". Una storia non ancora finita, perché i conti non si sono mai fatti. Così nel Duemila e venti ci si può svegliare negli anni Settanta del secolo prima. Il protagonista, che racconta in prima persona ma è senza nome, agisce a Milano ed è sempre in tensione: tra un esproprio e una spesa, un discorso sul mondo e uno sui volti.
Qui la parola ha il suo ritmo, la si potrebbe cantare; e le canzoni accompagnano in parte il racconto, soprattutto negli anni Settanta. Liberiamo tu non è solo una riflessione sulle analogie inaspettate che la storia presenta, ma anche sulla letteratura (che abbiamo dimenticato), sul linguaggio (che abbiamo accettato), sul suono (che non abbiamo ascoltato). Rivoluzione, amore e letteratura: Liberiamo tu è il ricordo di chi le ha attraversate.