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Il romanzo, inedito in italiano, di uno dei più grandi scrittori ucraini del Novecento, una cronaca straziante del genocidio ucraino perpetrato da Stalin nel 1932-33. Un classico che torna prepotentemente attuale e spiega molto dell'odierna guerra tra Russia e Ucraina. Il primo romanzo che racconta i fatti terribili dello sterminio ucraino (l'Holodomor) del 1932-1933, provocato dalla carestia e dalle sistematiche persecuzioni e deportazioni ordinate da Stalin.
Pubblicato per la prima volta nel 1934 a Leopoli, venne subito censurato dal regime sovietico e soltanto dopo il 1991 quest'opera è potuta arrivare ai lettori ucraini. In Italia giunge ora, nel 2022, mentre si rinnovano ancora una volta il genocidio e l'esodo del popolo ucraino. Samchuk innesta la sua straziante narrazione sullo sfondo politico dell'Unione Sovietica di Stalin, con l'industrializzazione forzata, la collettivizzazione delle proprietà agricole, i gulag, le misure coercitive, la carestia e la fame, e il romanzo segue questa vertigine di annientamento con tragica asciuttezza.