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La struttura della Commedia e delle altre opere di Dante ha stimolato da sempre una serie di riflessioni sulla ricerca delle fonti di cui il poeta si è avvalso per attivare l'invenzione poetica di un mondo mai visto, ma le cui fondamenta affondano nelle tradizioni della teologia cristiana, nelle storie bibliche, nei poemi epici della classicità, nelle autorità dei filosofi antichi e medievali, in modo determinante nelle opere di Aristotele.
In Metamorfosi dell'antico in Dante, Alessandro Ghisalberti traccia una originale chiave di lettura del cammino intellettuale che Dante ha percorso, nella continua trasposizione-trasfigurazione (metamorfosi dell'antico) dei miti e delle storie narrate dai testi della classicità in figure che si dischiudono alla loro piena significazione nella successiva era cristiana (dal primo motore al primo amore), collegabile con la ben nota evoluzione di Beatrice: dalla Beatrice storica alla donna gentile, espressione dell'amor cortese; dalla donna gentile alla Sofìa, la sapienza dei filosofi; dalla filosofia alla sapienza mistica, la Teologia.
L'espandersi poetico delle diverse figure storiche racchiude un reale intreccio con l'evoluzione della biografia personale di Dante, che dialoga in modo permanente con la storia passata e presente (Roma, Firenze, Europa), e si è caricato della forte tensione profetico-escatologica che contrassegna la cosmologia della Commedia, la quale al cosmo di Aristotele e di Tolomeo aggiunge gli spazi propri della iniziazione cristiana, l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso.