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Il fascismo rappresentò, nei suoi connotati ideologico-istituzionali, uno Stato che volle generare una nazione e non viceversa; e addirittura uno Stato che inglobò e superò perfino il partito che lo aveva prodotto e con esso la sua ideologia. Portò alla statalizzazione dell'intera società, alla negazione dell'individualità dei cittadini, legittimati nella loro essenza solo dall'aderenza allo Stato, e perfino alla "fascistizzazione" della patria (che giustificava l'uso della violenza contro i suoi critici), concetto che implicitamente cancellava ogni passato storico della nazione.
Il dibattito storiografico, che ha risentito in numerosi casi di impostazioni ideologiche aprioristiche da ogni fronte, oggi si concentra meno sulla mistica/demistificazione del ventennio mussoliniano e più sugli aspetti socioeconomici e istituzionali. Si preferisce infatti un'analisi di più ampio respiro di un periodo complesso, che ha visto un cambiamento di rotta, anche della coscienza civile di tanti italiani, e che rappresenta un problema ancora aperto.