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Detenuto illegalmente dal governo australiano, Behrouz Boochani ha scritto il suo straordinario memoir attraverso migliaia di messaggi Whatsapp. Ilam, Kurdistan iraniano. Dopo le intimidazioni e l'arresto di alcuni giornalisti, Behrouz Boochani raggiunge clandestinamente l'Indonesia e da lì l'Australia, dove vuole chiedere lo status di rifugiato politico. Intercettato dalle forze militari australiane, viene confinato nel centro di detenzione per immigrati irregolari di Manus Island in Papua Nuova Guinea.
Qui ha iniziato un'intensa campagna di denuncia della politica anti-migratoria e delle umiliazioni cui vengono sottoposti i rifugiati: articoli, documentari e questo libro, digitato in farsi su un cellulare e mandato a Omid Tofighian che lo ha tradotto in inglese. Romanzo autobiografico, testimonianza e atto di resistenza, Nessun amico se non le montagne racconta cinque anni di carcere ed esilio, lottando per la sopravvivenza, la salute e la dignità in condizioni degradanti.
Un intreccio di generi - giornalismo, commento politico, riflessione filosofica, miti, poesia e folclore - dà voce all'impatto fisico e psicologico della detenzione a tempo indefinito. Questo Premio prova che le parole ancora hanno il potere di sfidare i sistemi e le organizzazioni disumane, che la letteratura ha il potenziale per provocare cambiamenti e per sfidare le strutture del potere. La letteratura ha il potere di darci la libertà.