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Anselmo d'Aosta, vescovo di Canterbury, è ricordato come l'ingegno filosofico più interessante oltre che originale del secolo XI. Nella sua meditazione sulle ragioni della fede stessa e sulla fede che cerca l'intelligenza, fu autore di una delle « prove » più note per dimostrare con la ragione l'esistenza di Dio, il cosiddetto « argomento ontologico », che attraverserà i secoli fino a giungere alla filosofia analitica contemporanea.
Considerò la filosofia anche come pratica di vita, sorretta da un estremo rigore etico e razionale, perfetto specchio del rigore argomentativo e intellettuale della sua opera. La sua « prova ontologica » - è stato detto - fu una delle più grandi esperienze metafisiche della storia della filosofia, che « arriva al limite massimo della via dove allo spirito umano è consentito entrare ».