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Il libro Tra Gerusalemme e Atene offre per la prima volta al pubblico italiano una prospettiva d'insieme sul rapporto di Benjamin Fondane con l'ebraismo. Il volume raccoglie gli articoli che il giovane Fondane (Fundoianu) scrisse per alcuneriviste ebraiche di lingua romena, oltre a una sezione antologica tratta dalla sua opera francese. Al pari di Kafka, Celan, Sestov e molti altri scrittori ebrei del XX secolo, Fondane tentò di definire il proprio legame con la religione ebraica.
Nei libri profetici e nella Cabbalà intravide un'alternativa al pensiero logico-razionale greco. Ma la tradizione ebraica, in cui la collettività prevale sull'esistenza individuale, non poté rappresentare una via percorribile per colui che tentava diliberare Dio dal giogo della Legge e della morale. Né il suo interesse per la Bibbia poteva infine risolversi in un atto di fede capace di dissipare il dramma del vivere.
Contro ogni tentativo volto a pacificare il reale, Fondane ravvisò l'incolmabiledistanza che separa rivelazione e ragione, vita e sapere, Gerusalemme e Atene. Benjamin Fondane (1898-1944), autore francese di origine romena, nacque a Iasi da un'importante famiglia ebraica proveniente dalla Bucovina. Sin da giovane entrò in contatto con i principali esponenti della cultura ebraica romena, dedicandosi inoltre alla stesura dei suoi primi componimenti poetici.
Giunto a Parigi nel 1923, divenne discepolo del pensatore russo Lev Sestov, cui dedicò una serie di scritti raccolti nel volume In dialogo con Lev Sestov. Tra le sue opere maggiori figurano Rimbaud la canaglia, Falso Trattato di estetica, La coscienza infelice, Baudelaire e l'esperienza dell'abisso. Morì nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau nel 1944.