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Todd Aaron aveva undici anni quando in un giorno di pioggia la madre lo accompagnò nell'ennesima comunità di cura per bambini autistici. Adesso « la pioggia che cadde quel giorno ha quarantuno anni », e Todd non è più tornato a casa, eppure a Payton è sereno: legge l'Enciclopedia Britannica, svolge diligentemente i lavoretti che gli vengono assegnati e soprattutto prende sempre le sue medicine. È un punto di riferimento nella comunità, l'anziano del villaggio: in poche parole, un « ragazzo d'oro ».
Finché due eventi alterano il suo equilibrio: l'arrivo di Mike Hinton, un nuovo operatore che lo terrorizza, e quello di Martine, una bellissima ragazza « ad alto funzionamento » che gli insegna il valore delle storie, la libertà, il diritto alla disobbedienza. Per Todd niente sarà più lo stesso: compra delle mappe dell'America e disegna « un fiume grigio di matita » che da Payton arriva fino a casa sua.
Non gli rimane che prepararsi alla fuga, e alla più grande avventura della sua vita. Con Un ragazzo d'oro, accolto con entusiasmo in patria e insignito del premio The Bridge come miglior romanzo americano inedito in Italia, Eli Gottlieb ha compiuto un piccolo, grande miracolo: raccontare l'autismo in prima persona, senza ombra di compiacimenti o di patetismi, regalandoci un personaggio e una voce dalla tenerezza disarmante.