Biographie de Paolo Rumiz
Paolo Rumiz scommette sulla forza delle grandi storie e si affida al ritmo del verso, della ballata. Ne esce un romanzo-canzone singolare, fascinoso, avvolgente come una storia narrata intorno al fuoco. Racconta di Max e Maèa, e del loro amore. Maximilian von Altenberg, ingegnere austriaco, viene mandato a Sarajevo per un sopralluogo nell'inverno del '97. Un amico gli presenta la misteriosa Masa Dizdarevic, "occhio tartaro e femori lunghi", austera e selvaggia, splendida e inaccessibile, vedova e divorziata, due figlie che vivono lontane da lei.
Scatta qualcosa. Un'attrazione potente che pero non ha il tempo di concretizzarsi. Max torna in patria e, per quanto faccia, prima di ritrovarla passano tre anni. Sono i tre anni fatidici di cui parlava La gialla cotogna di Istanbul, la canzone d'amore che Maèa gli ha cantato. Masa ora è malata, ma l'amore finalmente si attende. Da 11 in poi si leva un vento che muove le anime e i sensi, che strappa lacrime e sogni.
Da li in poi comincia un'avventura che porta Max nei luoghi magici di Maèa, in un viaggio che è rito, scoperta e resurrezione. Paolo Rumiz è giornalista de "la Repubblica" e "Il Piccolo" di Trieste. Con Feltrinelli ha pubblicato La secessione leggera (1997), Tre uomini in bicicletta (con Francesco Altan, 2002), E Oriente (2003), La leggenda dei monti naviganti (2007), Annibale (2008) e L'Italia in seconda classe.
Con i disegni di Altan e una Conclusion del misterioso 740 (2009).