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Michel Romanoff fu il pronipote di Alessandro Il e di Alessandro Ill. La sua paradossale storia ci trascina da un'infanzia dai colorí imperiali, all'arruolamento volontario in un battaglione rosso. Intraprese la carriera cinematografica quando era ancora giovanissimo, come primo assistente dei più grandi registi del suo tempo, quali Henri-Georges Clouzot e Julien Duvivier. Nella Francia del dopo guerra pero, la presenza di un discendente diretto dello zar infastidiva.
Se Michel Romanoff non ebbe a subire il comunismo, i comunisti l'ebbero sempre nel loro mirino. In particolare, la celebre attrice Simone Signoret coltivo per lui un atteggiamento di sdegno e ostilità. Le avventure da romanzo, folli e gigantesche, vissute sul set de Gli ammutinati del Bounty di Lewis Millestone, a Tahiti ; o quelle indicibili raffiche di vento che investivano la carlinga dell'aereo al di sopra delle cime nepalesi, le dobbiamo proprio al suo mestiere di cineasta.
Michel Romanoff fu il depositario di una Russia drammatica, quella dei genitori, e di una Russia bucolica, quella della "niania", la balia russa. Ma nella terra degli avi trovo solo la prima, e l'indignazione che ne ebbe lascio poco spazio alle altre emozioni. La Russia, cosi lontana e cosi parte integrante di se stesso, lo fece vibrare fino all'ultimo soffio della sua vita.